Videoincontro con Vinicio Cesana
Dall’incontro del 18 febbraio 2021, riguardante gli avvenimenti verificatisi nel nostro territorio, la Sinistra Piave, durante la Grande Guerra, tra il ricercatore di storia locale Vinicio Cesana e gli studenti della Quinta Servizi commerciali dell’I.S.I.S. “A.V. Obici” sono emerse diverse considerazioni e spunti di riflessione. Da essi ho estratto alcune frasi che ritengo possano essere efficaci per evidenziare ciò che ha suscitato interesse e rimane nella mente e nel cuore dei miei alunni dopo il magistrale intervento del cultore Cesana.
“Con il signor Cesana abbiamo potuto capire di più le difficoltà e le atrocità che i soldati della Prima Guerra Mondiale hanno dovuto affrontare, il dolore che hanno subito al punto tale che non riesco neanche ad immaginarmi al loro posto a combattere la guerra.”
“I nostri nonni e bisnonni sono “Gli eroi del Piave” - dal titolo di una pubblicazione di Cesana -, i grandi eroi che hanno combattuto duramente per mesi all’interno delle trincee insieme con il grande silenzio causato dalle numerose morti accompagnate dal dolce mormorio del Piave.”
“Vorrei ringraziare il sig. Cesana anche per aver intonato il canto La leggenda del Piave, che mi ha emozionato molto.”
“Grazie all’incontro con il sig. Cesana ho riflettuto su molti aspetti della Prima Guerra Mondiale che davo per scontati grazie alla passione dimostrata dall’esperto.”
“Mi è piaciuto sapere dei fatti narrati anche perché la mia bisnonna, durante la guerra, andava al Piave per aiutare chi aveva bisogno.”
“Ciò che mi è piaciuto di più dell’incontro è stato proprio il modo con cui il sig. Cesana ci ha trasmesso l’amore e contemporaneamente il dispiacere nei confronti di questi tragici eventi che hanno portato alla morte migliaia di persone. Pensando a quanto questi territori sono vicini a quelli in cui abito, mi vengono i brividi.”
“Un altro aspetto del periodo ‘15-‘18, raccontato da Cesana, che mi ha colpita è di come molti giovani si ingegnino con il metaldetector a ricercare reperti della Grande guerra.”
“Non potrò scordare la fluida e profonda voce e l’orgoglio che ho percepito mentre ci deliziava con il canto “La leggenda del Piave.”
“Ascoltare di persona la voce di uno storico è qualcosa di diverso soprattutto perché è uno studioso di microstoria locale. Sapere che le trincee sono ad un passo da noi è una cosa che fa riflettere e venire i brividi.”
“Avvincente è stata la descrizione dei Caimani del Piave, un reparto della fanteria della Regia Marina, addestrato per le ricognizioni notturne e i sabotaggi nella sponda nemica dei fiumi.”
“Mi ha colpito molto la frase “E’ meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecora” che tutt’oggi si può leggere visitando il Sacrario di Fagarè della Battaglia.”
“L’incontro on lo storico Vinicio è stato per me assai interessante poiché nella mia famiglia si parla spesso della guerra.”
“Tra le testimonianze riportate ho ripensato al quaderno di scuola scritto da una ragazzina dell’epoca, Elisa Fagnol di Visnà di Vazzola, che registrava quotidianamente ciò che vedeva e non deve essere stato semplice.”
“Molte volte sono passata sopra il fiume Piave senza mai pensare a tutto quello che vi è successo proprio in quelle acque.”
“Lo storico ha parlato anche del ruolo degli Alpini nella Grande Guerra, argomento a me caro poiché in famiglia ho degli zii che sono Alpini e già da loro avevo ascoltato l’importanza dei muli e di Iroso.”
“Mentre lo storico ci parlava del ruolo degli Alpini, ho pensato a mio nonno Luigi Venturini, un sergente della Brigata Alpina Julia, che scrisse il libro “La fame dei vinti” in cui racconta la sua storia vissuta durante la Seconda guerra mondiale e la prigionia in Russia. Fu anche Presidente della sezione friulana “Reduci di Russia” …Se potessi tornare indietro nel tempo mi interesserei del passato di mio nonno e non perderei il tempo a pensare sempre a divertirmi.”
“La guerra del 1915-18 è stata una guerra di massa, ciò significa che l’intera popolazione è stata coinvolta; nonostante ciò le donne non sono state premiate tanto quanto meritavano.”
“Un altro fatto che mi è rimasto impresso è come l’uomo s’ingegni nel momento in cui si trova in difficoltà come per esempio inventando il paracadute per spiare i nemici, addestrando i piccioni viaggiatori, stendendo lenzuola in un determinato modo per trasmettere dei messaggi; oltre a ciò ammiro il coraggio e la tenacia dei soldati che, nonostante il clima avverso e la paura, si ricoprivano il corpo di grasso e si gettavano nelle fredde acque del fiume Piave per giungere alle spalle dell’avversario; essi furono chiamati i Caimani del Piave.”
“Questo incontro ha contribuito parecchio all’ampliamento di numerose conoscenze e degli Alpini che rappresentavano una percentuale importante dell’esercito italiano e diedero una conoscenza fondamentale di tutto il territorio montuoso.”
“Le narrazioni dello storico locale mi hanno fatto riflettere collegando quel passato tragico al presente; oggi abbiamo tutto e ci lamentiamo in continuazione, invece di pensare a chi sta peggio e a quei soldati che furono costretti a lasciare i propri familiari, le proprie case e poi, ritornati dal cruento conflitto, rendersi conto di aver perduto tutto. Dobbiamo ritenerci fortunati.”
“Riproporrei l’incontro con Vinicio Cesana in futuro e alle altre classi poiché è stato molto utile, interessante e coinvolgente.”
“Sicuramente la passione e la curiosità trasmesse dalle parole di Cesana rimarranno nella mia mente, poiché non mi capiterà spesso di avere la possibilità d’incontrare un uomo così ricco di conoscenza.”
Queste alcune delle considerazioni sviluppate dagli allievi a margine dell'incontro che ritengo abbia permesso di raggiungere le due finalità principali che come Istituto ci eravamo proposti:
1. collegare gli eventi della macrostoria, appresi nei manuali scolastici, con quelli poco noti della microstoria, vissuta tenacemente ed eroicamente da nostri bisnonni e nonni nei territori a noi vicini, tra “il mormorio del Piave”, l’altopiano di Asiago, le pendici del Montello, le cime del Grappa;
2. continuare ad educare i nostri giovani alla pace, alla concordia e alla fratellanza universale conoscendo e ricordando questo nostro tragico passato storico, che con i suoi 615.000 (e forse più) combattenti morti fu una vera e propria carneficina, che papa Benedetto XV, nel 1917, definì “un’inutile strage”.
La coordinatrice dell'evento,
Prof.ssa Gabriella Maso